Storia e Territorio

Ultima modifica 8 febbraio 2023

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Turismo

Ortovero sorge sulla sponda destra dell’Arroscia, poco più a monte della confluenza col Lerrone.
In epoca romana esisteva qui un insediamento, «Ortus Vetus», localizzabile forse nell’attuale zona di Pozzo.

Dopo il silenzio dell’Alto Medioevo, le prime notizie certe presentano Ortovero come possesso dei Clavesana, quindi dal 1341 della famiglia Cazzulini. Questi lo cedettero al Comune di Albenga, di cui divenne rapidamente uno dei borghi più popolati.
In seguito Ortovero fu annesso alla Repubblica di Genova insieme agli altri centri della zona.

Coltivazioni di rose e di pesche caratterizzano questo antico insediamento agricolo, famoso anche per il vino pigato D.O.C. (ospita infatti la più grande Cantina sociale della “Riviera Ligure di Ponente”).

Ortovero è un tranquillo paese immerso nel verde, lungo la riva sinistra del torrente Arroscia, a 10 Km da Albenga. Insediamento rurale di probabile origine romana (hortus vetus,“orto vecchio”), dopo lo sfruttamento agricolo del suo territorio, avvenuto in età longobarda, nel Medioevo diviene, col suo castello, un forte caposaldo dei marchesi di Clavesana contro il comune di Albenga. Come appare da un documento del 1242, la stessa popolazione del luogo si organizzò in Universitas ed in Comunitas per fronteggiare lo strapotere dei marchesi, ma invano: numerosi e gravi furono gli obblighi feudali cui dovette sottostare. E proprio per contrastare i Clavesana, nel 1288 il Comune di Albenga fonda, a monte di Ortovero, il borgo fortificato di Pulium (Pogli, un piccolo insediamento strategico posto a controllo della strada della valle Aroscia con gli stessi scopi difensivi che avevano portato alla fondazione di Villanova, Cisano e Borghetto S. spirito. Infine nel 1341 il Comune di Albenga acquistò il castello e la villa di Ortovero, che rimarrà parte del distretto comunale albenganese fino al 1797. Fasceto, Borgo, Piazza, Villa, Menaisso, Strada, Pozzo, Campi sono i nuclei storici del paese via via formatisi nel corso dei secoli a partire dal Medioevo e presenti ancora oggi sul territorio. Il XV secolo vede nascere, sotto il titolo di S. Caterina d’Alessandria, la Confraternita dei Disciplinanti, una associazione religiosa con scopi di preghiera e assistenza che arriverà ad assumere una grande importanza nella vita sociale del paese. Barbaria, Basso, Bonifazio, Capello, Colombo, Ferrari, Geddo, Longo, Losno sono i cognomi delle famiglie di Ortovero, documentati nel Libro dei Morti della Confraternita e vivi ancora oggi. Nel 1797, con la costituzione della Repubblica Ligure, Ortovero si costituirà, insieme a Pogli, comune indipendente all’interno della Giurisdizione del Centa. Nel 1819 la Municipalità di Ortovero fa parte della Provincia di Albenga. Dal 1861 sarà inserita nella Provincia di Genova, e questo fino al 1927, anno in cui verrà a dipendere dalla nuova Provincia di Savona.

L’agricoltura è sempre stata l’attività principale degli Ortoveresi: se in passato essa era di mera sussistenza, oggi è basata principalmente sulle colture ortofrutticole (veramente speciali le pesche e le primizie di Ortovero!), su vigneti (il Pigato), uliveti e sulla coltivazione in serra di fiori (le rose di Pogli) e di piante ornamentali. Il Pigato, il cui vitigno fa parte dei cosiddetti vitigni greci giunti in Liguria nel Medioevo, è un vino bianco sugli 11,5° dal colore dorato, brillante, trasparente. D.O.C. dal 1988. Dal 1976 opera ad Ortovero la Cooperativa Viticoltori Ingauni, che imbottiglia circa 200.000 bottiglie tra Pigato (da cui si estrae anche un’ottima grappa), Vermentino, Rossese, Ormeasco.

Su tutto il territorio comunale sono presenti sentieri per amanti della natura e percorsi a piedi, a cavallo e in mountain-bike. La cucina di Ortovero è quella ligure: ravioli e tagliarini di borragine, pesto, torta pasqualina, cima, coniglio alla ligure, anguille fritte, friscioli (frittelle di baccalà), cipolle e fiori di zucca ripieni. Pesce e dessert si sposano volentieri con l’ottimo vino Pigato.


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